Definizione


"Dal verbo suchen (cercare) i Tedeschi fanno il participio presente, suchend, e lo usano sostantivato, der Suchende (colui che cerca), per designare quegli uomini che non s'accontentano della superficie delle cose, ma d'ogni aspetto della vita vogliono ragionando andare in fondo, e rendersi conto di se stessi, del mondo, dei rapporti che tra loro e il mondo intercorrono. Quel cercare che è già di per sè un trovare, come disse uno dei più illustri fra questi 'cercatori', e prescisamente sant'Agostino; quel cercare che è in sostanza vivere nello spirito."

Massimo Mila

(dalla nota introduttiva in Siddartha di Hermann Hesse)

lunedì 13 aprile 2015

Marvel's DAREDEVIL by NETFLIX - Recensione



Marvel's Daredevil by NETFLIX, si è fatta a lungo attendere, accrescendo a dismisura le aspettative su questa serie. Venerdì scorso (10 aprile 2015) NETFLIX ha finalmente diffuso sul suo network online, tutti e 13 gli espisodi della prima stagione appena prodotta.

Abbiamo avuto l'opportunità di vedere i primi quattro episodi su Netflix, di seguito potete trovare la nostra opinione.

Dimenticatevi Ben Affleck in tuta di pelle, e i tentativi sia pur nobili, ma insufficienti, di Mark Steven Johnson, di portare sul grande schermo in maniera degna, questo bellissimo ma poco conosciuto personaggio, (ormai nel lontano 2003), poichè ciò che Marvel e Netflix hanno prodotto stavolta è quanto di più lontano possibile dal precedente film.

La serie scritta da Drew Goddard (nei primi due episodi) e Steven DeKnight (famoso per il serial: Spartacus), riporta in auge Daredevil, come mai nessun fan del "cornetto" avrebbe potuto anche solo sognare.

NETFLIX non ha badato a spese nel produrre questa serie TV, e l'impegno profuso è mostrato sin dalle prime immagini. La fotografia non è patinata come nei serial di THE CW (non me ne vogliano i fan di questo network), ma ricercata, fredda, realistica, proprio come quella di Wally Pfister, nei film di Nolan.

La serie ci mostra un Matt alle origini, non è ancora Daredevil, ma entra già in azione sin dalle prime scene, vestito di un proto-costume nero. La serie è chiaramente ispirata alla celebre rivisitazione delle origini di Frank Miller e disegnata da John Romita Jr, ovvero la miniserie: "The Man without fear".
Matt ha appena fondato il suo studio legale "Nelson & Murdock" con il suo amico di sempre e compagno di studi Foggy Nelson. Nel loro primo caso conosceranno Karen Page, invischiata in un caso di omicidio che spetterà a loro risolvere. Le premesse di fedeltà al fumetto ci sono tutte, così come tutti i comprimari più noti.

La regia ha un taglio cinematografico con grandi colpi di stile (su tutti un piano sequenza di circa quattro minuti nel finale del secondo episodio, destinato ad entrare a pieno diritto, nella teca della serialità televisiva) ed è al livello di serie come The Breaking Bad, Dexter, Game of Thrones. La trama è sempre verticale, e siamo sempre portati a voler vedere l'episodio successivo. I dialoghi sono fluidi e naturali. Il livello di recitazione è molto alto e davvero non si trovano attori fuori ruolo o di media caratura. Mentre Vincent D'Onofrio come Wison Fisk/Kingpin è già il mattatore della serie (anche se non lo vediamo ancora nel pilot) Charlie Cox è la piacevolissima sorpresa.

Colpisce da subito la sua estrema compostezza, la sua calma, il suo charme, tutti estremamente naturali. Ciò che trasmette è che sia sempre stato Matt Murdock. Matt è proprio come ce lo aspettiamo, gentile, dolce, ma anche risoluto, imperturabile, uno che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e con un umorismo pungente.

D'Onofrio come Fisk è da Emmy Award. Trasmette un mix di fragilità e spietatezza. Proprio come il Kingpin che tutti conosciamo è capace di brutali follie da un momento all'altro, ma tutto è minuziosamente curato nelle sfumature. Non siamo di fronte allo stereotipo di un boss del crimine con tanto di sigaro in bocca, ma ad un vero boss criminale dalla personalità stratificata e complessa. Non dire il suo nome", conferendo a Fisk un'aura leggendaria nel mondo criminale.

Non ci aspettavamo niente di meno da Vincent D'Onofrio, ma sinceramente non ci aspettavamo neanche questa prova così curata e di alto livello, che rende finalmente giustizia a questo attore, destinato a stare fra i giganti della recitazione (e regalandoci uno dei migliori Marvel-villain mai costruiti).Bellissima in questo senso l'attesa spasmodica che viene creata attorno alla sua prima apparizione con la battuta ripetuta dal suo tirapiedi Wesley: "Non dire il suo nome", che conferisce al personaggio di Wilson Fisk, una statura leggendaria nel mondo criminale.

Hell's Kitchen è una periferia molto credibile, nella sua decadenza fatta di persone discutibili, lampioni gialli accesi a illuminare vicoli bui. Matt è avvocato di giorno e vigilante di notte. E' un racconto sulle sue origini e il bello di ciò è mostrare la sua umanità, poichè un vigilante può essere ferito nei corpo a corpo molto facilmente. Come fu per Bruce Wayne in Batman Begins, la serie si concentra sul mostrare un supereroe in "costruzione". Matt è un vigilante inflessibile e decisamente intimidatorio, che si trova a combattere con personaggi davvero privi di scrupoli, criminali veri, mafiosi di diverse etnie. I criminali già. Dicevamo, criminali veri. La percezione non è quella di vedere brutti ceffi da telefilm, decisamente stereotipati, ma mafiosi veri, criminali spietati, uomini crudeli, proprio come era riuscito a mostrarci Nolan col suo Batman.
Ma laddove Nolan si era forse limitato, per poter proporre il suo film ad un più vasto pubblico (e non ottenere quindi particolari restrizioni) la serialità televisiva NETFLIX, può osare senza problemi. I criminali del Batman nolaniano, erano uomini spietati, crudeli, mafiosi credibili, ma la droga veniva sempre sussurrata, o sublimata dall'allucinogeno del Dr Crane (lo Spaventapasseri), la violenza in qualche modo mitigata. Qui invece il bersaglio viene centrato in pieno, liberi da limitazioni di sorta.
I mafiosi che vengono rappresentati, sono trafficanti di uomini che rapiscono bambini, ricattano senza reticenze alcune, trafficano cocaina facendola produrre a schiavi ciechi. Vedere Matt muoversi in un mondo criminale del genere, è una gioia auspicabile solo da chi conosceva l'Hell's Kitchen del fumetto, quella creata per l'appunto, da Frank Miller (e sviluppata poi da altri autori successivi).

I combattimenti sono in linea con tutto il resto. Finalmente vediamo stunts veri in azione.
I colpi vanno sempre a segno e lo stile di combattimento di Matt è un mix di pugilato e tecniche marziali efficaci (e non per forza da telefilm). Matt porta leve articolari, rompe, colpisce duramente, ma tutto avviene sempre sotto ad una parvenza di credibilità. Stiamo assistendo a una rissa di strada, non a un combattimento di kung-fu (che incredibilmente nei film, tutti i criminali sanno praticare), o ad una versione fin troppo coreografata dello stesso. Siamo lontani anche dalla moda tanto in voga oggi di usare tecniche aeree di forbice al collo e pseudo-MMA (Mixed Marzial Arts) che risultano spettacolari ma non realistiche. Tutti i criminali che affronta Matt, sono personaggi che non vanno giù al primo colpo e Matt spesso fatica non poco a metterli completamente knock out. Anche questo trovo sia stata una scelta in linea con il tono della serie. Siamo agli inizi, Matt si deve perfezionare e soprattutto è solo un uomo, senza i gadget o l'armatura di Wayne. Oltre al suo talento marziale, la sua arma più grande è un indomita forza di volontà e una grinta ereditata dal padre, la forza di rialzarsi sempre quando va al tappeto. Inoltre, rimane l'esigenza di dover dare un pò di filo da torcere al protagonista e quindi rendere  quasi qualsiasi scontro piuttosto difficile e periglioso. La violenza c'è e si vede, ma non è vouyeristica o estetizzante come in Spartacus (sempre di DeKnight), tuttavia non si trattiene e ci mostra sangue e ossa che vengono rotte. Insomma tutto è fatto per andare fino in fondo alle atmosfere, senza ipocritamente nascondersi dietro a un velo.

La cosa che infine colpisce maggiormente è come la Marvel sia finalmente riuscita a produrre qualcosa di questo tipo. Dopo averci abituato ad atmosfere edulcorate, divertenti, con opere di intrattenimento sia per i fan sia per le famiglie (prodotti sia pur validissimi sia chiaro), che mai si accollavano il rischio di prendersi, giustamente, troppo sul serio, ottenendo grandi risultati nella maggior parte dei casi (vedi Avengers) e risultati un pò più discutibili, in minor parte (vedi i tempi comici sballati in "Thor: The Dark World"), ecco finalmente il prodotto "adulto".

Siamo nei dintorni del Batman di Nolan, ma senza esserne debitori, poichè Daredevil è decisamente originale e indipendente, non la classica opera manieristica e ossequiosa verso la trilogia del regista britannico. Tuttavia certamente senza il Batman di Nolan, oggi non si sarebbe arrivati a questo.

Nessuno se lo sarebbe aspettato dalla Marvel, la politica di intrattenimento più leggero era considerata ormai una politica studiata a tavolino, politica a cui la WB/DC rispondeva partendo dalle ceneri di Nolan, con un autorialità seriosa, drammatica e (pseudo)realistica. Invece la "Casa delle idee" ha piazzato l'asso, proprio quando nessuno se lo aspettava. La Marvel (e la Disney forse) hanno finalmente capito che si possono usare medium diversi per canalizzare contenuti rivolti a target diversi, target in linea con le atmosfere di un dato personaggio...come appunto è Daredevil, un vigilante oscuro, alla Batman, decisamente una storia adulta, non un prodotto per famiglie.

In conclusione, la Marvel ha fatto quanto di più insperato da tutti i fan milleriani del Cornetto. Una serie così, neanche nei sogni più proibiti e invece, Marvel/NETFLIX, l'hanno prodotta, rendendo il film del 2003, un lontano ricordo.

Per aver dato finalmente la dignità che questo personaggio meritava, ci sentiamo solo di dire una cosa: GRAZIE.



Buona visione a tutti e fateci sapere la vostra opinione nei commenti.

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